° 1995 Italia Siria Italia
° 1997 Pakistan Cina Italia

° 2000 Samarcanda Assisi
° 2000 Tunisia off road
° 2001 Italia Cina Italia

° 2002 Italia Giordania Italia
° 2004 Libia Akakus
° 2005 New York
° 2005 Linosa
° 2006 Suzuki Jimmy off road
° 2006 Turchia Georgia Armenia
° 2007 Libia Erg Murzuk
° 2009 Turchia Georgia
° 2010 Tunisia off road
° 2010 Italia Tajikistan Italia
° 2011 La Via del Sale
° 2012 Italia Capo Nord Italia
° 2013 Italia Mongolia Italia
PICCOLO RACCONTO DI UN GRANDE VIAGGIO

Non mi considero un viaggiatore nel senso stretto del termine, ma una persona che ha avuto la fortuna e la voglia di viaggiare molto.
Pur essendo affascinato dai viaggi in genere ed in particolare da quelli nelle regioni del Medio Oriente e del Centro Asia, raramente riesco a portare a termine la lettura di resoconti di tali viaggi. Articoli pił; o meno volutamente romanzati, vissuti, sicuramente onesti, ma che personalmente non mi coinvolgono, non mi danno la voglia di continuare la lettura, forse anche per quel filo di invidia che provo nel vedere altri riuscire in imprese che ho sempre sognato e non attuato.

Come raccontare quindi questo mio viaggio?

Ho fiancheggiato l'Indo, attraversato la catena del Karakorum, il Pamir, parte dell'Asia Centrale, il deserto del Karakumy, la catena dei monti Kopet che divide il Turkmenistan dall'altipiano iranico, ho attraversato il massiccio dell'Elburz che fiancheggia la depressione caspica e mi sono sentito a casa ai piedi del monte Ararat in Turchia, dove dopo aver oltrepassato l'altipiano anatolico e la catena del Tauro sono giunto in Grecia e poi qui.

Ho sognato di fare quello che stavo facendo, e sogno ancora.

Un'esperienza di questo genere ha per me un inizio ma non certo una fine.
E allora non riesco a scrivere quello che ho vissuto parlando con Zulfiqar, impiegato alle poste di un remoto villaggio nelle montagne pakistane con tre figli e la casa a trenta chilometri di mulattiera, alto, calmo, curioso ma discreto, elegante nei gesti come chi fa parte realmente del suo mondo, una tessera consapevole dell'insieme e quindi della necessita e dell'importanza dell'essere tessera; ho quasi paura a scriverlo: un uomo felice.
Non riesco a raccontare di Mehran, laureato di Tehran, che da mesi si tortura il cervello sul restare nel suo paese che ama profondamente o provare l'avventura europea della quale conosce benissimo i limiti.
Non vi posso raccontare la gioia dei bambini quando
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